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A ogni anno che cambia io sono tra quelli che non fanno liste di buoni propositi. Eppure a me piace molto “fare liste”, le mie preferite sono quelle che contengono massimo 5 attività che posso spuntare nell’arco di una giornata oppure quelle dove da qualche parte c’è scritto: “comprare la cioccolata”. Perché io ADORO la cioccolata. Le liste infinite di “buone intenzioni” invece hanno la capacità di aumentare la mia frustrazione perché mi ricordano quanto e in cosa mi sento inadeguata ma senza alcun atto di azione o ribellione positiva. Per cui ho smesso semplicemente di farle.
Progettare il cambiamento non è fare una lista di buoni propositi
“Da gennaio inizio la palestra.” Questo è un proposito. “A gennaio ho deciso di cominciare a andare in palestra per perdere 5 kg. Ho cercato su Google quella più vicina a casa. Ho fatto una lezione di prova per verificare se sarebbe stato il posto giusto per me. Mi sono iscritta e ho scelto di frequentare la sera 2 volte a settimana, martedì e giovedì. Martedì farò un circuito di 1 ora con un istruttore, il giovedì il corso aerobico previsto dal calendario delle attività. Ho scelto una palestra in cui lavora una dietologa nutrizionista certificata che mi potrà seguire nel mio percorso di dimagrimento. Abbiamo già fatto un piano che prevede uno schema alimentare che ha costruito sulle mie esigenze personali e che ha condiviso con il mio istruttore che mi aiuterà a raggiungere il mio obiettivo. Ho acquistato l’abbigliamento tecnico che mi hanno consigliato in palestra. Il 19 gennaio comincio a frequentare!”. Questo è un progetto. La differenza è sostanziale e sta nell’approccio.
Il cambiamento talvolta è necessario
Quando sono nate Mini e Micro, ho deciso che le mie figlie sarebbero state il centro del mio universo. Decidere di rivoluzionare la mia vita professionale è stato il passo successivo. Ho scelto di essere prima di tutto una mamma eppoi una professionista e questo ha significato non solo appendere i tailleur scuri nell’armadio ma cominciare a pensare a un modo completamente diverso di fare il lavoro che amo. Volevo continuare a mettere in pratica quello che so e so fare ma in un contesto differente, più “etico”, rispettoso in egual modo delle esigenze dei mie clienti e dei bisogni del loro pubblico, dei fruitori finali, degli utenti. Cercavo persone con cui cominciare un dialogo alla pari, volevo passare dal lavorare per al lavorare con, nel senso di insieme, fianco a fianco, con uguale cura, attenzione e entusiasmo. Cercavo progetti utili, sostenibili, originali a cui appassionarmi perché il mio lavoro avesse un ritorno positivo non solo sul portafoglio del cliente.
Il cambiamento è spesso l’evoluzione naturale di un percorso
Credo che a un certo punto sia abbastanza fisiologico sentire la necessità di doversi fermare per capire come andare avanti. Se stai dedicando molte ore alla tua impresa per esempio ma le vendite non aumentano o i like su Facebook languono, se tutti ti chiedono biciclette ma tu vorresti vendere solo monocicli, quel momento è arrivato anche per te. Io ho deciso di cambiare spostando l’attenzione dalle mie competenze professionali alle mie ambizioni. Ho scelto di lasciare una professione sicura e ho intrapreso un percorso nuovo per rimettere in gioco le mie competenze in un ambito diverso. Il mio non è stato un colpo di testa ma una scelta ponderata da una necessità precisa: realizzare il mio senso di responsabilità nei confronti degli altri. E quello che è successo dopo non è arrivato perché “sono stata fortunata” ma perché ho lavorato sodo.
Cambia il tuo modo di fare impresa
Progettare il cambiamento ti da l’opportunità di decidere veramente cosa vuoi fare e essere. Ti aiuta a lasciare andare serenamente tutte quelle attività, prodotti o servizi che non vuoi più fare o semplicemente vendere, che non ti interessano più, che rubano energie a quello che ti piace e in cui credi. Per me ha significato mettere al centro della mia professione i bisogni del cliente. Ho capito che il nord della mia bussola erano proprio loro e da lì sono ripartita. Ho cominciato a semplificare la mia offerta commerciale, ho ridotto i servizi che offro a uno solo, ho deciso di concentrarmi sul racconto e sull’ascolto delle persone. Ho scelto di non propormi come una consulente con soluzioni standard uguali per tutti ma come una partner, una che possa dire sinceramente al suo cliente che una cosa non è adatta al suo business anche se si tratta del trend del momento.
Cambiare è faticoso. Fare progetti richiede tempo
Cambiare richiede tempo e fatica ma ho una bella notizia per te: non devi farlo da solo! Come per la palestra, hai bisogno di tradurre “la cosa che vuoi” in un obiettivo misurabile altrimenti è impossibile capire quando e se lo hai raggiunto, poi devi mettere in piedi un fan club. Tutti abbiamo bisogno di un fan club! Il fan-club è quel gruppo di professionisti con competenze specifiche che ti aiutano a progettare e realizzare il cambiamento che desideri. Perché è così importante?
- Lavorare insieme a altre persone permette di occuparsi con coerenza di tutte le fasi di progetto, ognuno con il suo ruolo e le sue competenze specifiche. Tu puoi sapere tutto di piante ornamentali o di saldature per biciclette per esempio, ma quello che esula da ciò che sai o sai fare va delegato a altri. Il tuo impegno è quello di assicurarti di vendere un ottimo prodotto al giusto prezzo, di mantenere le promesse fatte al tuo cliente e di coltivare la passione per il tuo lavoro;
- Non hai il tempo per occuparti di tutto. Cambiare non è semplice e non è gratis. La tua attività non può permettersi un anno sabbatico. Sicuramente non puoi pensare di chiudere bottega e riaprire quando il tuo percorso sarà concluso. E non avrai certamente il tempo di seguire la tua impresa con l’attenzione che merita se devi dividerti tra la gestione ordinaria e la progettazione stra-ordinaria del tuo percorso di cambiamento. Affidati a qualcuno a cui poter delegare le fasi di organizzazione e concentrati su quello che vuoi diventare condividendolo e confrontandoti con il tuo fan club.
Quando è toccato a me, sapevo che la condivisione del mio progetto con altre persone e la costruzione di un gruppo di lavoro a supporto sarebbero stati una forza propulsiva non indifferente. Anche io avevo bisogno di un fan club! L’ho trovato in una commercialista con la capacità di rendere comprensibili aliquote e percentuali e in qualcuno che mi aiutasse a redigere un business plan. Ho cercato un mentore e ne ho trovati due che mi hanno aiutato a costruire una mappa del mio progetto e a prendermene cura.
Se quindi hai deciso che è il momento di cambiare, ricorda che il tuo percorso di mutazione è anche una meravigliosa opportunità per rendere il tuo brand e la tua impresa “più umani”. Comincia a raccontare sui tuoi canali cosa significa per te “cambiare” e come stai lavorando per farlo. Tutti abbiamo l’ambizione di migliorare noi stessi e raccontare il tuo percorso coinvolgendo il tuo pubblico è il modo migliore per iniziare davvero un nuovo capitolo della tua vita professionale. Buon lavoro e sii felice.